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Nel saggio storico "Armando Diaz. Il generale e l'uomo" si dipana la vicenda biografica del capo militare e si analizza, al di là delle strategie militari, il circuito di empatia messo in atto con ufficiali e soldati, per risollevare la nazione dopo Caporetto. Diaz attua il cosiddetto "rapporto capovolto" - rispetto ai precedenti sessantacinque anni di disciplina militare piemontese - che consta di regole semplici: si comanda col cuore, con la persuasione, con l'esempio; con la stima e la cortesia si fanno gli ufficiali. Egli, al fine di potenziare l'elemento uomo, cerca di rassicurare i nostri uomini facendoli sentire profondamente compresi e amorevolmente sorretti, offrendo loro tutto il maggior conforto del corpo e dello spirito, sì da fargli giungere anche in combattimento il rancio caldo e dargli, perfino durante la lotta, la possibilità di corrispondenza epistolare con i propri cari. Il generale, invero, ha realizzato il suo progetto trasmettendo fiducia, non dimenticandosi mai del complesso di doti umane dei suoi soldati, prima ancora di quelle squisitamente professionali.